Gli alunni di quinta della scuola elementare hanno vinto con il loro video il concorso di civismo lanciato dal Senato
TRIESTE «Vorremmo introdurre a scuola l’educazione all’empatia». Sono le parole degli studenti di quinta elementare della scuola Morpurgo risultati vincitori del concorso educativo dal titolo “Vorrei una legge che…”, promosso dal Senato della Repubblica: un’iniziativa tesa a far riflettere i più giovani su temi di loro interesse e a far cogliere loro l’importanza delle leggi e del confronto democratico, avvicinandoli alle istituzioni e promuovendone il senso civico. L’obiettivo inoltre era quello di stimolare la discussione e il lavoro in classe al fine di individuare appunto un argomento su cui proporre un disegno di legge per poi approfondirne il contenuto, elaborarne il titolo e gli articoli nonché illustrarlo, facendo ricorso a una modalità espressiva a scelta. Il video, la cui sceneggiatura è stata scritta e recitata dagli stessi bambini, è stato il mezzo individuato dalla classe.
Nel breve filmato una bimba risponde con un sentito “mi dispiace, ti aiuterò” a tutti i compagni che, nei panni di attori, impersonano diverse esperienze umane. Ci sono i migranti, che recuperano scarpe logore, dopo aver camminato chilometri e chilometri, e una felpa bagnata, dopo aver attraversato a nuoto il mare. Ci sono il ragazzino vittima del bullismo, il barbone con la sua coperta, un deportato di un campo di concentramento. Al suo pubblico, la stessa bambina, suggerisce un messaggio: “Mettersi nei panni degli altri non è facile, però fa bene al cuore”.
L’idea di partecipare con questo tema è nata dopo un “brainstorming” in classe con la docente Alessandra Zettin, che ha coordinato il progetto e si è occupata del montaggio del video con il supporto della collega Daniela Ubaldo. «I bambini sono partiti dall’idea di realizzare un progetto contro la violenza», spiega Zettin: «Poi, attraverso la discussione, abbiamo concluso che oggi c’è bisogno di reimparare la cultura del rispetto e per questo bisogna rieducare l’uomo. E come è possibile rieducarci? Con l’ascolto, l’apertura verso l’altro, la non esclusione, fino ad arrivare alla lettura di libri, che ci permettono di incontrare altri modi di pensare e vedere».
Tutto l’iter affrontato per l’elaborazione del progetto, come richiesto dal Senato, è stato riportato in un diario, redatto dagli alunni, dove si possono leggere uno a uno anche gli articoli del disegno di legge. Sono dieci brevi frasi che chiunque può apprendere, soprattutto chi l’empatia non ha idea di che cosa sia. Uno: “Imparare a conoscere sé stessi, ascoltando le proprie emozioni”. Due: “Osservare e ascoltare gli altri, per conoscerli”. Tre: “Connettersi con gli altri, condividere e rivelare aspetti di sé”. Quattro: “Riconoscere le emozioni degli altri”. Cinque: “Non giudicare, ma immedesimarsi negli altri”. Sei: “Non sentirsi superiori”. Sette: “Non rimanere indifferenti di fronte alle sofferenze degli altri”. Otto: “Aiutare chiunque si trovi in difficoltà”. Nove: “Gioire con chi gioisce (anche quando segna la squadra avversaria!)”. Dieci: “Leggere romanzi che aiutino la nostra immaginazione a empatizzare con i personaggi del racconto”.—