“Sono passati tantissimi giorni da quel 10 marzo quando la nazione si è fermata per la chiusura totale: il lockdown. Sono stati giorni, settimane e mesi terribili per tutti – sottolinea Fabrizio Fabbroni della segreteria Ust Cisl di Arezzo – qui da noi la situazione, fortunatamente, è stata meno drammatica”. La Cisl è stata al fianco delle aziende del territorio producendo 1712 richieste per accesso al…

“Sono passati tantissimi giorni da quel 10 marzo quando la nazione si è fermata per la chiusura totale: il lockdown. Sono stati giorni, settimane e mesi terribili per tutti – sottolinea Fabrizio Fabbroni della segreteria Ust Cisl di Arezzo – qui da noi la situazione, fortunatamente, è stata meno drammatica”.

La Cisl è stata al fianco delle aziende del territorio producendo 1712 richieste per accesso al Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato in stretta collaborazione con Cna e Confartigianato. I settori più interessati sono stati quello orafo e quelli legati al settore dell’estetica, del commercio e del turismo; una fetta importante dei fondi è andata al settore edile e della falegnameria. Queste le percentuali: un 40% settore metalmeccanico; 20% commercio; 15% costruzioni e affini; 10% abbigliamento e pelletterie; 10% alimentari e agricoltura; 5% trasporti.

“In questa emergenza – prosegue il segretario Ust Cisl – in tanti si sono resi conto del complesso mondo degli ammortizzatori sociali e tanti studi professionali hanno avuto delle difficoltà nell’individuare la corretta appartenenza del settore. Molte anche le pratiche di cassa integrazione: 2575 sono state, da parte delle aziende, le richieste di consultazioni sindacali per l’avvio del complesso procedimento che, una volta terminato, però si è trovato a fare i conti con la mancanza di fondi. Va anche detto che, per queste richieste, ci è stata molta confusione ed il numero di 2575 è “drogato” causa il tortuoso e complicato percorso della procedura. Tuttavia i dati percentuali vengono così ripartiti anche se nel campo della cassa integrazione la composizione delle richieste varia rispetto al fondo di solidarietà. Sono sempre in maggioranza le aziende legate al settore orafo metalmeccanico 35%, ma cambia il post, il dopo in “classifica” si va al commercio in quantità più elevata il 25% sempre in prima fila bar, ristoranti, alberghi ma anche terzo settore; poi si va sul tessile calzaturiero 10% ,andando poi su agroalimentare 10% riferimento a forni e poi sull’edilizia 10%”.



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