L’arcivescovo di Yangon si rivolge, con un messaggio di gratitudine, a quanti stanno soccorrendo il Paese con la preghiera e con gli aiuti di fronte ad un aumento rilevante dell’incidenza del virus che ha sopraffatto il sistema sanitario. La Chiesa è in prima linea
Anna Poce- Città del Vaticano
Il cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, in una dichiarazione rilasciata il 3 ottobre – riporta LiCAS.news – ha espresso tutta la sua gratitudine alla comunità internazionale per la “solidarietà globale” dimostrata al Paese in questo tempo di pandemia.
L’aumento del virus e la risposta della Chiesa
“Continuiamo ad essere grati ai nostri amici da tutte le parti del mondo per il loro sostegno con la preghiera e altri aiuti”, ha affermato il porporato.Il Myanmar, infatti, con più di 15 mila contagi e 400 morti, nell’ultima settimana, è “in preda ad un aumento dell’incidenza del virus” che ha sopraffatto il sistema sanitario del Paese, ha precisato.
50 famiglie per parrocchia da sfamare
La Chiesa, in questa situazione, sta cercando di rispondere con tutte le sue forze alla crisi sanitaria, mettendo in atto i suoi programmi e offrendo le sue strutture per la quarantena, comprese chiese e seminari, in collaborazione con le agenzie governative, ha aggiunto il cardinale. Inoltre, ha chiesto alle comunità cristiane di garantire la sicurezza alimentare ad almeno 50 famiglie povere in ogni parrocchia, per i prossimi tre mesi, e ha invitato a raccogliere fondi per l’acquisto di attrezzature, stabilendo una “presenza pastorale online”.
Come ha fatto nei primi mesi della pandemia, da marzo ad agosto, distribuendo cibo e attrezzature mediche e protettive nelle comunità povere, dunque, la Chiesa – ha concluso l’arcivescovo di Yangon – continuerà ad accompagnare la popolazione “in questa grande sfida alla dignità e alla sopravvivenza”.