Nonna Peppina, 98 anni, lottatrice nata e sopravvissuta all’ultimo terremoto nelle Marche, è divenuta simbolo nazionale per la sua straordinaria capacità di resistere alle avversità della vita. Ora potrebbe diventare Cavaliere della Repubblica. Il suo esempio – prima con il terremoto e poi con il Covid – ha velocemente varcato i confini della minuscola frazione maceratese in cui vive, in una casetta di legno con il gatto e una amica.
La sua storia ha commosso e rincuorato tantissime persone che, come lei, vivono isolate o sono state costrette a lasciare le proprie case in tanti piccoli borghi appenninici danneggiati dal terremoto. A raccontare per prima la sua storia è stata una giornalista del Messaggero, Rosalba Emiliozzi, firmataria con altre colleghe di una lettera appello al Presidente della Repubblica per la candidatura della Nonnina d’Italia – dispensatrice di una merce oggi assai rara: la speranza – a Cavaliere della Repubblica.
La signora Giuseppa Fattori nel corso di questi anni difficili di fatto è diventata un emblema collettivo di positività. E’ un esempio di forza d’animo, di resilienza femminile, di amore per il prossimo, prima durante il post terremoto e ora per la pandemia in corso. La Nonnina d’Italia non è arretrata mai davanti ad alcuna difficoltà ed è andata avanti spiegando a figli, nipoti, amici, ragazzi a come non arrendersi di fronte al dolore e mantenere sempre lo spirito combattivo della speranza.
Dalla sua casa di Moreggini di San Martino di Fiastra spiega che se tutti lasciassero i borghi appenninici pian piano verrebbe ad impoverirsi una struttura secolare, una vera e propria filiera umana. «Io per prima resto qui, per dare l’esempio» ripete Nonna Peppina.
La rinascita collettiva di un Paese nasce sempre da storie al singolare.
Nonna Peppina, lucidissima nonostante l’età è consapevole delle difficoltà, della neve d’inverno, della solitudine. Lo sguardo rivolto in avanti sprona la comunità a non abbattersi, mettendo in pratica, lei per prima, la forza incredibile della resistenza e dell’ottimismo.
Per restare a Moreggini – un piccolissimo borgo – ha dovuto fronteggiare anche una assurda battaglia in tribunale. Battaglia che ha vinto. Il Comune contestava alla signora Giuseppa la mancanza di alcuni permessi. Ai giornalisti spiegava che bisogna sapersi sempre rialzare, non indietreggiare davanti alle difficoltà, anche alle più brutte, che occorre dare l’esempio e non abbattersi.
Insomma una bandiera in un momento di criticità nazionale. Un esempio che davvero merita essere premiato tra gli italiani dell’anno.
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