Pubblichiamo di seguito la lettera appello firmata dal vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Massimo Camisasca in cui il pastore spiega le diverse forme di accompagnamento che la Diocesi ha attivato in questo tempo di emergenza sanitaria, rivolgendo in particolare un appello ai giovani per il volontariato tramite la Caritas.

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Cari fedeli della nostra Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla,

vivo con voi questo tempo di prova. Ogni giorno vi ricordo nella preghiera. La mia supplica è rivolta al Signore in particolare per coloro che sono più fragili.

Desidero raccontare qui come la nostra Chiesa sta cercando di accompagnare le situazioni difficili che molti vivono nelle nostre comunità. Sono consapevole che non possiamo rispondere a tutte le necessità delle persone. La vicinanza che desideriamo vivere è un segno che può far crescere la speranza, contagiare la creatività.

1. Il decreto che ho pubblicato nei giorni scorsi a proposito dell’amministrazione del Sacramento della Riconciliazione negli ospedali è la prima modalità con cui ho voluto favorire la vicinanza della Chiesa ai malati, alle loro famiglie, ai medici e agli operatori sanitari.

2. La Mensa Caritas, sostenuta dalla Mensa del Vescovo e dai Cappuccini, continua ogni giorno ad assicurare i pasti a quasi 200 persone. Ogni giorno è necessaria la presenza di almeno 15 volontari: 3 vengono messi a disposizione dalla Protezione Civile e gestiscono autonomamente la cucina. A loro va il nostro più sentito ringraziamento. I restanti 12 sono a rotazione. Richiedo la disponibilità per questo servizio. Chi si offrirà, s’impegna per tre mattine la settimana, secondo un calendario stabilito, per ridurre al minimo le possibilità di contagio. Molte Caritas parrocchiali consegnano invece a domicilio aiuti alimentari ai più bisognosi. I volontari con età superiore a 65 anni hanno dovuto interrompere il servizio. La Caritas sta cercando giovani che possano aiutare in questo prezioso compito.

3. Tutte le Case della Carità sono in auto-quarantena e si sono date delle regole per proteggere i più fragili. Molti volontari, purtroppo, non hanno più accesso regolare alle Case della Carità, per motivi di età, di salute e per evitare il rischio del contagio. Spero che tra i nostri giovani ci siano persone disponibili a dare un aiuto concreto.

4. A causa della chiusura delle scuole e dei servizi educativi, le famiglie con figli disabili stanno attraversando un momento di solitudine e di difficoltà davvero grave. Possiamo telefonare loro, fare videochiamate con i genitori o, quando è possibile, con i ragazzi stessi, affinché la permanenza in casa non diventi isolamento totale e la nostra voce possa tenere vivo il ricordo della prossimità vissuta. Possiamo renderci disponibili per portare la spesa a domicilio o mandare un regalo.

5. Prosegue l’attività ordinaria di accoglienza della Caritas Diocesana nei dormitori e il progetto di “accoglienza invernale” che, a tutela degli ospiti, ha esteso l’accoglienza a tutta la giornata, offrendo loro anche i pasti. Tale servizio verrà protratto oltre il tempo stabilito. Nelle diverse realtà diocesane continuano ad essere accolti uomini e donne sole, famiglie che vivono situazioni di difficoltà sociale ed economica. In queste realtà è prevista la presenza di adulti, famiglie e comunità di giovani che accompagnano e accolgono le persone bisognose. La presenza di figure di “accompagnamento temporaneo” a queste situazioni di fragilità è essenziale e garantisce la qualità dei percorsi. Soprattutto occorrono giovani disponibili a donare un periodo della propria vita.

Chiunque potesse rendersi disponibile per prestare servizio in uno di questi luoghi, può scrivere a segreteria@caritasreggiana.it e sarà aiutato nel discernimento e nel contatto diretto con le varie realtà.

Porto ciascuno di voi nella mia preghiera.

Vi abbraccio e vi benedico,

Massimo Camisasca, Vescovo



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