Emporio Alimentare a Rovereto, perché tanta pigrizia politico-amministrativa? Di Paolo Farinati

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Da ben oltre un anno è all’attenzione dell’Amministrazione comunale roveretana del Sindaco Francesco Valduga e dell’Assessore al Benessere e alla Promozione Sociale Mauro Previdi, un Progetto per istituire anche a Rovereto un Emporio Alimentare.
In molte città italiane questa iniziativa è presente e con grande soddisfazione delle varie comunità e con ottimi risultati umani e sociali.
 
Per la nostra città si è mosso da tempo un soggetto composto da vari professionisti, che hanno dato credibilità e fattibilità al progetto. Sia da un punto di vista assistenziale che finanziario.
In più è stata individuata e proposta pure la localizzazione dell’Emporio Alimentare, precisamente a Lizzanella, nella storica bella e ampia Piazza Sant’Antonio, dove fino a pochi anni fa vi era il supermercato CM.
 

 
Sul tavolo della nostra Amministrazione cittadina tutti gli incartamenti di questa meritoria iniziativa sono arrivati da ben oltre un anno fa.
Ha avuto l’assenso formale sia della Giunta che della consultiva Commissione preposta ai Servizi Sociali del Comune e del Consiglio municipale. Quantomeno come atto di indirizzo, concreto e verbalizzato.
Ci si dice che pure la Provincia Autonoma di Trento abbia espresso un proprio parere favorevole, dandosi disponibile a sostenere l’acquisto dei suddetti preziosi spazi ottimali.
 
Sono già oltre 200 oggi gli Empori Solidali Alimentari attivi in Italia, da Torino a Parma, da Bologna a Genova, come in città più piccole come Avezzano, Caserta, Lanciano, Pineto, Imola, Sassuolo, Assisi, Suzzara e molte altre.
Rappresentano una delle espressioni più innovative ed efficaci nella lotta alle povertà, soprattutto in questo tempo di persistente crisi economica e sociale.
 

 
Sono progetti di solidarietà, di speranza e di condivisione. Realizzati dappertutto da gruppi di associazioni di volontariato, al solo fine di contrastare la crescente povertà in questo tempo di grave crisi economica, sociale e pandemica.
La solidarietà, la lotta allo spreco e la responsabilità sociale sono i valori fondanti e indispensabili, che guidano il funzionamento di tutti gli Empori attivi nel nostro generoso Paese.
 
Fulcro del Progetto Emporio Alimentare è l’accoglienza e l’ascolto, ad opera di volontari adeguatamente preparati, delle famiglie che si trovano in condizioni di temporanea indigenza e fragilità.
Dopo attenta verifica e valutazione, in sinergia con gli uffici sociali di ogni Comune, a tali nuclei familiari viene data la possibilità di vedersi assegnati gratuitamente beni alimentari, e non solo, di prima necessità.
Tra questi i beneficiari possono liberamente scegliere in base ai propri gusti ed esigenze, in un contesto simile a quello di un supermercato.
Anche nel «ricco» Trentino il numero di coloro che non ce la fanno è in costante crescita.
 

 
L’Emporio si occupa inoltre di rispondere ad altri bisogni, proponendo varie forme di consulenza gratuita, quali la consulenza nella ricerca di un lavoro, la consulenza pedagogica, legale e sanitaria.
 
Di tutto questo parla il Progetto di Emporio Alimentare a Rovereto. Un patrimonio umano, solidale e professionale notevole e, per molti aspetti, dal valore inestimabile. In più, sempre nella nostra città, a quanto sopra, si vogliono affiancare laboratori e iniziative varie rivolte a soggetti in difficoltà. Tutti, infatti, hanno l’universale diritto di mettersi alla prova, di conoscere la dignità del lavoro, di sentirsi non solo accettati ma utili e gratificati nella mente e nel cuore.
 
Coloro che hanno pensato e concretamente progettato tutto questo per la nostra Rovereto, hanno anche posto su carta precise ipotesi di sinergiche collaborazioni con altre realtà già esistenti sul territorio, quali ad esempio il Banco Alimentare, la Rovereto Solidale, la Caritas e il Fondo Decanale. Attendono solo, ancora con molta fiducia, una risposta ormai improrogabile dall’Amministrazione comunale.

Paolo Farinati


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