BOLZANO. Se ogni individuo esiste solo nella relazione con gli altri, cosa sta succedendo in questo momento in cui il rapporto con il prossimo coincide con un potenziale rischio? Come e cosa stanno vivendo le persone in questo periodo di emergenza?

A queste domande ha cercato di rispondere il Centro Studi della Caritas altoatesina proponendo un questionario online cui hanno partecipato 488 persone. Paura, rabbia, incertezza, ma anche gratitudine per la possibilità di riflettere sull’essenziale.

«Oltre ad atteggiamenti di diffidenza e distanza conseguenti al desiderio di salvaguardare se stessi e le persone più vulnerabili, in particolare i propri cari, emerge in modo chiaro la voglia di tornare a vivere con autenticità ed intensità i rapporti interpersonali» spiega la responsabile del Centro Studi della Caritas Giulia Rossi.

Circa il 50% dei partecipanti ha dichiarato di essersi speso in questo periodo per sostenere i propri cari, uno su quattro di aver aiutato i vicini mentre una persona su cinque ha messo mano al portafoglio. Per quanto riguarda invece la protezione delle fasce più deboli della popolazione, il 49% dei partecipanti all’indagine ritiene che le istituzioni non abbiano fatto tutto il possibile.





Link all’articolo originale