Ci sono persone che offrono un aiuto concreto a chi fa fatica a tirare avanti. Altre colmano con la loro presenza la solitudine di chi si trova a vivere una quotidianità priva di affetti. Lo fanno nel silenzio. E con discrezione. Nel rispetto, fondamentale, della dignità di coloro che ne beneficiano. Lo fanno mossi da un altruismo autentico, da generosità operosa, lontana dal clamore.
Il volontariato, sia che nasca spontaneamente dai singoli sia quello strutturato delle associazioni, anima e sostiene le nostre comunità. Tutte. Dalla città al più piccolo centro della provincia. Non ha età la bontà, coinvolge ogni generazione. Dal bambino all’anziano, seppur con sensibilità e modalità differenti. A volte ha una matrice cattolica, altre laica. Poi ci sono anche occasioni, casi, in cui azioni diventano determinanti, trasformandosi in gesti eroici. E salvano vite. C’è chi sceglie di donare un rene a un amico in attesa del trapianto e chi parte per aiutare le popolazioni colpite da calamità, mettendo al loro servizio la propria fatica. Chi si lancia nell’acqua e nelle fiamme senza pensarci.
Pensiamo poi ai viaggi della speranza, quelli che ogni giorno volontari compiono al fianco di chi sta lottando contro la malattia. Sono esempi, tutti. Non cercano grazie e riconoscimenti. Però sono storie, le loro. Storie che La Sesia da oltre 75 anni racconta attraverso i Premi di Bontà. Premi che non sono e non vogliono essere una medaglia al petto dei buoni. Non sono luci della ribalta quelle che si accendono ogni anno sul palco del Teatro Civico l’8 dicembre, ma luci che illuminano esempi. Ognuno di noi ne conosce almeno uno. L’invito allora è quello di segnalarlo, di segnalarli. Non per rendere pubblico il loro operato discreto affinché possa generare ammirazione, ma perché possa invece ispirare altre scelte, altre azioni, altro bene.