Una giornata piena di emozioni quella che ha visto l’addio di Giorgio Guerra alla presidenza della Croce Verde. Resta come volontario e proprio i volontari gli hanno voluto mandare un messaggio: “Per noi volontari che facciamo parte di questa associazione (chi da tempo immemore, chi da tempi più recenti) da 23 anni c’è stato un solo presidente…

Una giornata piena di emozioni quella che ha visto l’addio di Giorgio Guerra alla presidenza della Croce Verde. Resta come volontario e proprio i volontari gli hanno voluto mandare un messaggio: “Per noi volontari che facciamo parte di questa associazione (chi da tempo immemore, chi da tempi più recenti) da 23 anni c’è stato un solo presidente che, tra mille difficoltà ed ostacoli, ha lottato affinché la Croce Verde potesse rappresentare un punto di riferimento importante per la comunità fermana e non solo. Un presidente di cui abbiamo approvato le scelte, ma che abbiamo anche criticato, con cui abbiamo condiviso momenti di convivialità ed altri di dolore, perché questa è la vita, sempre e comunque. Giorgio sei stato per noi un esempio di dedizione ed altruismo, oltreché di forza e coraggio, perché nel ricoprire per così tanti anni un ruolo oltremodo arduo, ci vuole resilienza. È facile barricarsi dietro le scelte degli altri, è difficile invece “metterci la faccia”, togliere tempo alla propria famiglia, al lavoro, allo svago o semplicemente al meritato riposo, per impiegare il tempo a servizio di un’associazione così complessa come questa. E allora possa giungerti, caro Giorgio, il nostro grazie, un grazie sincero e conclusivo di questo lungo viaggio che hai fatto nel ruolo di timoniere al nostro fianco e al fianco di tutti coloro che negli anni hanno varcato la soglia della Croce Verde e l’hanno amata, facendola crescere, nonostante le sue mille criticità. Un grazie non meno sentito va al Consiglio che ti ha affiancato in questi anni. La speranza allora per noi tutti è che chi subentrerà a tale Consiglio sappia seguire le tracce da esso solcate ed abbia il giudizioso ardore di delinearne altre non meno profonde e visibili”.



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