Il romanziere francese in un racconto pubblicato nell’Annual Report 2019 di Pirelli – il resoconto economico dell’azienda che dal 2010 accompagna alla pubblicazione del proprio bilancio scritti di poeti, letterati, fotografi e artisti – ha spiegato che ha passato quattro mesi in un ospedale psichiatrico. Nel racconto parla poi della stesura del suo ultimo libro, “Yoga”
Ho sofferto in passato di “una depressione malinconica per la quale ho passato quattro mesi in un ospedale psichiatrico e subìto quattordici elettroshock”. A raccontarlo è lo scrittore francese Emmanuel Carrère in uno scritto pubblicato nell’Annual Report 2019 di Pirelli, il resoconto economico dell’azienda, che dal 2010 accompagna alla pubblicazione del proprio bilancio testi di poeti, letterati, fotografi e artisti. Quest’anno il tema scelto è stato “Resilienza” e Carrère ha deciso di declinarlo attraverso un racconto intimo, molto personale.
Come ha vissuto il lockdown lo scrittore
“Midi a sa porte”, il titolo originale dello scritto, inizia con la citazione del proverbio francese “Ognuno vede mezzogiorno dalla porta di casa propria”. “Traduzione – spiega Carrère -: come la nostra percezione dell’ora cambia a seconda del luogo in cui ci troviamo, così il nostro modo di vedere le cose cambia a seconda della nostra situazione personale. Per dirla in maniera più brutale: vediamo soprattutto i nostri interessi e riteniamo che i problemi più importanti siano i nostri. Sul piano filosofico, è deludente: avremmo desiderato maggiore altruismo e larghezza di vedute”, sottolinea lo scrittore raccontando di aver deciso, durante il periodo di lockdown provocato dall’emergenza coronavirus, di scrivere ogni giorno micro-racconti su come in questo periodo diverse persone vedono mezzogiorno dalla porta di casa propria.
Il prossimo libro
Nel racconto lo scrittore di Limonov parla poi della stesura del suo ultimo libro, Yoga, che ha preso gran parte del suo tempo in questi mesi di lockdown. Il libro, spiega Carrère, non parlerà solo di yoga, ma anche di terrorismo jihadista, della crisi dei rifugiati e della depressione di cui ha sofferto: “Un libro che dalla visuale dello yoga racconta cinque anni di una vita”, scrive. Carrère si chiede poi se il libro non esca risultando già datato, visto che è stato scritto prima che il Covid-19 stravolgesse le vite di tutti.
L’aneddoto sul contatto
Infine, il romanziere racconta un aneddoto presente nel libro, datato 2014. Riguarda una cena con un amico, alla fine della quale avevano discusso su come salutarsi, se con un bacio sulla guancia o con una stretta di mano. “Ci siamo chiesti quando di preciso, e come, era nata l’abitudine di darsi un bacio sulla guancia fra uomini, abitudine che nella nostra lontana gioventù sarebbe sembrata a entrambi semplicemente ridicola. Alla fine, ci siamo baciati sulla guancia”. “E dopo altri cinque anni- aggiunge -, nel leggere questo brano sono stato preso da una straziante nostalgia”. Quell’amico era Bernard Maris, ucciso nell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo. Carrère ricorda quel momento con nostalgia, chiedendosi anche quando e se sarà possibile riacquistare il contatto fisico di un tempo. “Perché quel tempo in cui si poteva esitare fra una stretta di mano e un bacio sulla guancia, quel tempo in cui veniva così facile salutarsi nei due sensi del francese embrasser – stringendo l’altro fra le braccia o posando le labbra sulla sua guancia -, siamo sempre di più a temere che sia finito, che non torni più, che anche dopo la conclusione del lockdown non ci potremo più embrasser”, conclude.
Il bilancio Pirelli
È dal 2010 che Pirelli affianca alla tradizionale forma “numerica” che caratterizza i bilanci un vero e proprio racconto dell’azienda, della sua storia, dei suoi valori e della sua identità ricorrendo all’arte e alla letteratura con i contributi di personalità del mondo della cultura a livello internazionale. Quest’anno il tema della Resilienza è stato declinato, oltre che da Carrère, da John Seabrook con il saggio “The Zoom Brigata”, e da 8 tavole del visual artist Selman Osgor con la visione di “The Road Ahead”, cioè della strada e dei cambiamenti che attendono l’azienda e tutti noi. “È un progetto che mette al centro la fisicità degli oggetti e li valorizza andando oltre il loro ruolo funzionale. Il bilancio viene trattato come un oggetto d’arte, ricco d’illustrazioni e scritti d’autore. Diventa un oggetto di design. Soprattutto nell’era del digitale è importante continuare a dare spazio alla materia”, ha spiegato Maurizio Abet, Direttore della comunicazione Pirelli.