L’ALTRUISMO
BELLUNO «Siamo disponibili a donare il plasma iperimmune». Ancora una volta la Questura di Belluno dimostra di essere in prima linea. Non soltanto nei controlli del territorio, per il rispetto dei decreti anti-contagio, ma anche in ambito sanitario mettendosi a disposizione dell’Usl 1 Dolomiti per la raccolta del plasma. Ovviamente è una donazione che possono fare solo gli agenti risultati positivi al covid-19 e poi guariti. Non tutti, tra l’altro, perché è molto difficile risultare idonei. Il plasma è la parte più liquida del sangue, composta da acqua, proteine, nutrienti, ormoni, e soprattutto anticorpi che si sono formati dopo la battaglia contro il virus. Il suo trasferimento nei malati convalescenti determinerebbe un miglioramento delle loro condizioni ed è per questo che le aziende sanitarie venete, tra cui quella bellunese, stanno lavorando alla costruzione di una banca del plasma. Durante la prima ondata di contagi la Questura di Belluno era stata messa in ginocchio. Una ventina, tra poliziotti e dirigenti, coloro che erano risultati positivi al covid-19. La metà dell’intero organico. Nessuno di loro aveva avuto complicazioni particolari.
GLI ESAMI
Terminato il periodo della quarantena ed eseguito il secondo tampone di accertamento, erano tornati al lavoro dichiarandosi disponibili a donare il plasma. Difficile sapere, per una questione di privacy, quanti agenti siano riusciti nell’intento. La procedura, infatti, è molto complessa e non è facile risultare idonei. «I parametri sono molto stringenti ha raccontato il capo di Gabinetto Luca Fodarella Io, ad esempio, ho fatto le analisi per ben due volte e, alla fine, hanno dichiarato la mia non idoneità alla donazione del plasma. Non so come sia andata ai miei colleghi. Ma c’eravamo offerti tutti». Ora il problema si ripresenta tale e quale. La provincia di Belluno è sommersa di nuovo dai contagi e l’Usl 1 Dolomiti ha diramato un avviso per «l’arruolamento» dei cittadini che hanno sconfitto il virus affinché donino il plasma iperimmune. Anche questa seconda ondata ha colpito la polizia bellunese, seppur in minima parte, e gli agenti contagiati hanno già dato la loro disponibilità. Quali criteri devono rispettare coloro che hanno sconfitto il virus e vogliono donare il plasma? Innanzitutto deve esserci stata una diagnosi per Sars-Cov-2 con tampone positivo e relativi sintomi legati alla malattia (febbre, raffreddore, perdita dell’olfatto e del gusto, polmonite, etc.). Poi l’età, tra i 18 e i 60 anni, e devono esser risultati negativi a distanza di 10 giorni dalla comparsa dei sintomi e dopo almeno 3 giorni dalla scomparsa degli stessi. Sono esclusi dalla donazione del plasma le donne che hanno avuto gravidanze o aborti, i pazienti con cardiopatia, allergie, gravi patologie in atto o che hanno ricevuto trasfusioni. Che i criteri siano molto restrittivi si comprende anche dai numeri di coloro che sono risultati idonei durante la prima ondata. Di circa 330 pazienti-possibili candidati che si erano presentati solo 50 sono rientrati nei criteri di inclusione. «Sono arruolabili solo i nuovi pazienti guariti spiega l’azienda sanitaria perché il titolo anticorpale scende rapidamente e non permette quindi la raccolta di plasma iperimmune. I pazienti ricoverati, candidabili alla donazione, riceveranno una nota informativa alla dimissione con le informazioni utili e le modalità di contatto del Centro trasfusionale per le valutazioni». Mentre coloro che sono guariti a casa e ritengono di essere idonei alla donazione possono contattare il trasfusionale al numero 0437-516273 dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 13 o inviare una mail all’indirizzo trasfusionale.bl@aulss1.veneto.it. (D.P.)
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