«Se un giorno avremo un risarcimento da parte dei Ciontoli lo daremo in beneficenza per i giovani, in nome di Marco». Marina e Valerio, i genitori di Marco Vannini, ospiti di Mara Venier a Domenica In, hanno ribadito che la loro battaglia per la verità sulla tragedia che li ha privati del loro unico figlio non sarà mai «contaminata» da interessi di altro genere, ad esempio economici. Se la giustizia civile, dopo la condanna nell’appello bis di Antonio Ciontoli a 14 anni (riconosciuto come colui che sparò) e degli altri tre familiari (moglie e due figli) a 9 anni e 4 mesi, dovesse assegnare ai Vannini una somma, quei soldi finiranno «a giovani bisognosi o in difficoltà».

«Noi fin dall’inizio abbiamo chiarito che non ci interessavano gli anni di condanna ma quel che è stato fatto a Marco, che venisse riconosciuto l’omicidio volontario. Non cercavamo una vendetta, come ha detto la difesa dei Ciontoli, ma volevamo solo giustizia», ha ribadito la coppia davanti alle telecamere. Valerio Vannini si è poi soffermato sul comportamento di Antonio Ciontoli la notte del 17 maggio 2015 nella villetta di Ladispoli, con riferimento anche alle lacrime dell’uomo in aula, nell’udienza precedente il verdetto. E ha ricordato: «Se avesse voluto il perdono avrebbe potuto chiamarci in questi 5 anni. Non è stato un errore, lui non ha fatto il possibile per salvare Marco. Per 110 minuti hanno pensato a tutto tranne che a salvare mio figlio».

Il tema del risarcimento si era già posto, per la famiglia Vannini, circa un anno fa, in conseguenza di una vicenda paradossale, tipicamente italiana. Anche se non era arrivato il risarcimento dei Ciontoli, ai genitori della vittima a fine 2019 era stato infatti richiesto di pagare anticipatamente le tasse (nella misura di tremila euro, si era detto) in vista del futuro indennizzo. A questo riguardo, il tribunale ha «congelato» il Tfr di Ciontoli, ex ufficiale della Marina, proprio per garantire i Vannini in sede civile. Ma il vero obiettivo per la famiglia era il ristabilimento della verità nel procedimento penale, e la decisione di devolvere il futuro importo in beneficenza lo dimostra.

4 ottobre 2020 | 17:07

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