“Non avrei mai pensato di fare attività politica se non avessi incontrato Marco Pannella e se non fossi stato incoraggiato da lui a superare tutti i miei timori. Marco si dedicava totalmente all’interlocutore che aveva davanti, riuscendone a capire gli aspetti umani e più intimi”. Così Riccardo Magi, già segretario dei Radicali italiani e deputato di +Europa, ricorda il leader che oggi avrebbe compiuto 90 anni.

Quando ha conosciuto Pannella?
“Una ventina di anni fa. E’ stato grazie ai suoi incoraggiamenti che ho cominciato a fare politica. E da allora è stato per me sempre un faro, una miniera di insegnamenti”.

Qual era la qualità umana che lo contraddistingueva?
“La sua capacità di ascoltare, una empatia innata che gli permetteva di entrare in intimità con persone conosciute anche da poco, intuendone fragilità e punti di forza. Ricordo che spesso faceva annullare dalla segreteria i suoi appuntamenti, così all’improvviso, solo per trascorrere tre o quattro ore a chiacchierare con persone appena incontrate. Qualche anno fa lo accompagnai a Pescara a ritirare un premio. Per strada una ragazza giovane lo fermò e gli disse: ‘Pannella, non ci posso credere, se ci fosse qui mia mamma!’. Lui allora le chiese di chiamare la madre al telefono e si fece una chiacchierata seduta stante con questa signora sconosciuta: una ‘carrambata’ in piena regola. Ma lui era fatto così”.

Che cosa l’ha colpita di più invece del politico Pannella?
“L’intuizione e la capacità di visione, quasi una sorta di preveggenza. Pannella riusciva a capire da piccoli segnali grossi problemi e portava avanti iniziative politiche dirompenti con pochissimi mezzi, alla guida di un partito piccolo seppure storico. Una volta intuito un punto nevralgico, batteva su quella questione con costanza, perserveranza incrollabile, per settimane, mesi, anni fino a farla diventare un problema della collettività e un tema di scontro politico. Le grandi battaglie per i diritti civili sono nate così. Alcune questioni che poneva con insistenza in tempi non sospetti sono poi esplose negli anni a venire: penso alla fame del mondo, al garantismo o al federalismo europeo come antidoto al ritorno dei nazionalismi”.

Magi ricorda Pannella: "Non avrei mai cominciato a fare politica senza di lui. Aveva il dono dell'empatia"

Una foto di Marco Pannella scattata da Riccardo Magi a Pasqua del 2012

Qual è un ultimo suo rimpianto? Forse la mancata nomina a senatore a vita?
“Una volta ne parlammo e mi disse di non provare rammarico per questo. Ma, conoscendolo, penso che sicuramente gli avrebbe fatto piacere. Scherzando, lui liquidò la questione dicendo che si vantava di essere stato presidente del municipio di Ostia, dove tra l’altro condusse una dura battaglia contro l’abusivismo edilizio. La verità è che Marco aveva un profondo amore per la Costituzione e per le istituzioni, intese come luogo di libertà e di diritti. Per questo ha sempre combattuto la partitocrazia che spesso, con le sue lotte di potere, snatura le istituzioni”.

Qual è la cosa di cui andava più orgoglioso?
“Come tutti i politici, anche Pannella aveva la sua dose di narcisismo, di attenzione per la propria personalità. Ma andava orgoglioso soprattutto delle proprie amicizie, delle proprie relazioni umane e della capacità di tenere insieme tante persone diverse. Forse è stato proprio questo il limite della comunità radicale: tutti avevano un rapporto intimo con il leader e scarsi rapporti fra di loro. Pannella era il collante, il sole al centro della galassia”.
 
E la galassia radicale si è sgretolata una volta che lui si è spento.
“Si, era inevitabile. Tuttavia ognuno continua a fare tesoro dei suoi insegnamenti, in termini di metodo radicale con cui condurre la propria azione politica”.

E’  vero che, politicamente parlando, “mangiava i suoi figli” e impediva loro di crescere?
“No, non direi. Di ‘figli’ Pannella ne ha avuti molti che grazie a lui hanno avuto l’occasione di crescere e fare politica e ancora oggi la fanno”.
 
La rottura con Emma Bonino fu dolorosa?
“Ho sempre avuto grande rispetto per questa vicenda e penso che nessuno possa avere la presunzione di darne un giudizio. Ma non ho mai capito se loro non si siano davvero mai più risentiti”.
 
Che rapporti aveva Pannella con i suoi avversari politici?
“Sia per la sua prorompenza ed energia che per la grande esperienza politica, Marco fu sempre stimato da tutti. Provava costantemente attraverso il dialogo a convincere i suoi avversari a fare qualcosa, a utilizzare il loro potere per qualche conquista. La sua onestà intellettuale e la sua trasparenza lo rendevano una voce autorevole e ascoltata, anche se a capo di un partito piccolo”.

Quale fu il suo atteggiamento rispetto alla Chiesa?
“Marco era molto attento al carattere laico delle istituzioni, combatteva il clericalismo e le forme di sconfinamento del potere temporale della Chiesa nella sfera civile. Ma aveva anche una grande attenzione alla spiritualità: lo testimoniano il suo rapporto con il Dalai Lama e con alcuni pontefici, da papa Wojtyla a Francesco”.
 
 



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