La situazione in cui versano le casse comunali ha delle non secondarie ricadute dal punto di vista urbanistico, anche a seguito di alcuni (discussi) provvedimenti adottati dalla gestione commissariale, specie sul versante edilizio. L’architetto Michele Galentino ha così voluto rendere pubblica una sua lettera inviata la Prefetto della Bat, Maurizio Valiante, mettendo in chiaro scuro alcune questioni che sicuramente non potranno che essere argomento di discussione della (speriamo prossima!) campagna elettorale per le comunali.

«Gent.mo sig. Prefetto, pur immaginando i tanti gravosi impegni che assorbono la Sua giornata in questo particolare periodo, non riesco a fare a meno di scriverLe per assolvere al mio dovere di cittadino. Mi rivolgo a Lei, che troverà certamente una via preferenziale, a noi cittadini non facile, per interloquire con il Presidente Conte al fine di offrirgli quelli che io ritengo consigli molto utili in questo drammatico momento che sta vivendo il Paese. Mi spiego. Ascoltando le parole da lui, Conte, pronunciate sabato 21 ultimo scorso, auspicanti per tutti noi una pronta ripresa “come nel secondo dopoguerra”, molto semplicemente mi domandavo come questo auspicio potesse concretizzarsi. Una ispirazione mi ha colto, partendo da un più attento esame della situazione della città di Andria e dei rimedi adottati dal Commissario Prefettizio, che attualmente la gestisce. Ben sapendo, Lui e qualche suo sub-commissario, delle grandi risorse economiche e finanziarie che il Governo centrale ha potuto postare per il settore dell’edilizia privata, sia per le piccole imprese (unica realtà attiva nell’edilizia andriese), sia per noi professionisti, ad Andria, ormai alla canna del gas da ben tre anni, dopo circa dieci di profonda crisi, e conscio del fatto che “nulla sarà come prima”, ha voluto insufflare una massiccia dose di ottimismo alla città a cominciare proprio da questo settore. Infatti, quando (quando?!) torneremo a lavorare, noi andriesi godremo del vantaggio, rispetto agli altri corregionali, che con una serie di recenti delibere –la prima datata 17 marzo- in un ammirevole atto di generosità, il Nostro ha deciso di aumentare tutte le tariffe ed oneri edilizi. Una lungimiranza ed augurio di cui se il premier Conte facesse tesoro applicandoli a livello nazionale, gli italiani finirebbero di cantare “Vincerò” dai balconi. La cura è semplice: si aumentano, magari triplicano, i tributi così appena riprendiamo a lavorare potremo soddisfare al meglio il desiderio di pagare più tasse. Tanto è nel meritevole interesse generale. E Dio sa se oggi non ne abbiamo bisogno!»

«E’ vero -ha proseguito Galentino-, la situazione generale è molto tragica, però prevenire è sempre meglio che curare. Gli attuali gerenti della nostra cosa pubblica hanno voluto omaggiarci della revisione delle tariffe, dagli atti amministrativi agli oneri di urbanizzazione, fino al costo della c.d. monetizzazione degli standard da applicare alle pratiche che utilizzano il “piano casa”, senza sottacere sulla chicca che vorrebbero (il condizionale è d’obbligo) reclamare il pagamento per occupazione indebita –in questo momento!- ai residenti in una casa abusiva e non condonata o non condonabile. Una lettura superficiale dei provvedimenti farebbe venire alla mente quello che in gergo militare, nelle dittature, si chiama “il colpo alla nuca”. Ma così non è! Occorre cogliere il lato positivo, ovvero il profondo senso di equità e vicinanza ai problemi dei cittadini che sottendono l’intervento commissariale che, mi ripeto, vuole unicamente infondere ottimismo per la fine ormai vicina (non della nostra economia, come insinuano i maligni) della crisi. Le risparmio i dettagli del contenuto delle deliberazioni. Dico soltanto che la solerzia del Commissario andrà ascritta negli annali di storia della sana burocrazia, che caratterizza la vita amministrativa del nostro Paese. In un momento come questo abbiamo proprio bisogno di tanta genuina sensibilità e generosità, ma vieppiù di competenza. E i nostri hanno dimostrato di possedere le une e specialmente l’altra fin dalla adozione del nuovo Regolamento Edilizio. Dimostra quindi malafede chi vuole insinuare sia vera la notizia che questi siano incrementi non previsti dal Piano di Riequilibrio Pluriennale sul quale ancora non c’è -dicono sempre i bastian contrari di professione- l’omologazione del Ministero. I più pessimisti, poi, devono capire che sono stati assunti perché atti dovuti. Ciò non di meno, un rimedio per non incidere sulla carne viva da bravi italiani lo troviamo: ad es. basta non avviare nuove iniziative. Per avere il senso e la misura (avrebbe detto il grande Totò), provi a farsi rendicontare quanti permessi di costruzione e/o titoli abilitativi sono stati presentati negli ultimi due, anche tre, anni: ricaverebbe indubbiamente un quadro molto eloquente del fervido tumultuoso momento produttivo e di sviluppo che vive il settore nella nostra città. Così anche Lei potrebbe meglio apprezzare lo zelo mostrato dai Nostri e suggerire con cognizione di causa al Presidente del Consiglio di applicare la stessa cura su scala nazionale. Da brava persona qual è, non mancherà di apprezzare e farne tesoro. Grato per l’attenzione che vorrà riservare alla presente, La prego consentirmi la richiesta di voler porgere –a noi non è dato di poter accedere a questo privilegio- al nostro Commissario e Sub i sensi di grande riconoscenza non solo mia personale ma anche dei tanti operatori di cui sono certo rappresentare identici sentimenti. Confido anche vorrà riservare gentile comprensione per la licenza dello “humor” che mi sono permesso, ma la circostanza mi dava una sola amara alternativa che, per rispetto alla Sua persona, ho voluto evitare”, ha quindi concluso l’architetto Michele Galentino.





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