Una toccante poesia del poeta romano Trilussa, pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri (Roma, 26 ottobre 1871 – Roma, 21 dicembre 1950), ci insegna una grande lezione di generosità che arriva dalla natura.
A parlare è un albero, che è arrivato alla fine del suo ciclo vitale. Per questo, annuncia il suo testamento testamento, lasciando in dono agli altri esseri viventi fiori, foglie e legno.
“Il testamento di un albero”
Un Albero di un bosco
chiamò gli uccelli e fece testamento:
– Lascio i fiori al mare,
lascio le foglie al vento,
i frutti al sole e poi
tutti i semi a voi.
A voi, poveri uccelli,
perché mi cantavate le canzoni
nella bella stagione.
E voglio che gli sterpi,
quando saranno secchi,
facciano il fuoco per i poverelli.
Però vi avviso che sul mio tronco
c’è un ramo che dev’essere ricordato
alla bontà degli uomini e di Dio.
Perché quel ramo, semplice e modesto,
fu forte e generoso: e lo provò
il giorno che sostenne un uomo onesto
quando ci si impiccò.
Trilussa