Lo scorso giugno Antonio, dal suo profilo Facebook, scriveva vi prego, vi scongiuro basta con queste legnate da tastiera, con questo astio ingiustificato verso chi la pensa in maniera diversa da noi. Riscopriamo la gentilezza. La gentilezza che si nasconde dietro un buongiorno, la gentilezza di un sorriso. La gentilezza nel giocare con i propri figli o nipoti, nel dire al tuo compagno/a come sta. Non importa l’orientamento politico, la religione, il sesso, il genere o il colore della pelle. Tanto nulla certo, quindi il buono sia nero, sia giallo, sia di destra, che di sinistra, sia ateo, che cattolico, che musulmano, che buddhista e cos via. Quindi vi prego proviamo ad essere gentili gli uni con gli altri. Forse cosi riusciremo a salvare il mondo. Frasi potenti e bellissime, quanto mai azzeccate in questo momento che stiamo vivendo. Frasi che suonano come un inno al non imbruttimento e che vorrei dedicare a ciascuno di noi, al vicino di casa che chiama le forze dell’ordine perch vede passare due ragazzi in bicicletta, a chi si accanisce contro i padroni dei cani che per necessit ancora escono per strada, ai leoni da tastiera che documentano, con tanto di foto e gogna pubblica, ogni presunta violazione del coprifuoco invocando derive autoritarie di cui non abbiamo bisogno.

Scrivo queste parole dal salotto di casa mia, che in questi giorni non abbandono mai se non per fare la spesa. Cos fanno mia moglie e i miei figli, con cui ogni giorno proviamo a trovare nuovi passatempi casalinghi per le giornate di isolamento forzato. Scrivo perch non posso fare a meno di storcere il naso davanti a questa caccia al responsabile che serve solo a dare pace alle nostre paure. Abbiamo bisogno di individuare un nemico facile, riconoscibile, che possiamo additare e denunciare. Eppure, come sempre, a problemi complessi non esistono risposte semplici. E allora dovremmo provare a fare un bel respiro e a guardare il quadro pi ampio. Forse l’emergenza affonda le sue radici anche nei tagli alla sanit e ai posti letto portati avanti dai governi di ogni colore negli ultimi quindici anni (l’ISTAT parla di 200 ospedali, 10.000 medici e 11.000 infermieri in meno), anche in un modello produttivo che non pu immaginare di chiudere le aziende non strategiche se non proprio quando si arriva al picco della tragedia, anche in una mancanza di coordinamento europeo che in queste settimane ha avuto dello scandaloso. E, certamente, anche dei cittadini che non rispettano i divieti. Ma non esiste un nemico, e in questo momento necessario reagire senza imbruttirsi, senza sfogarsi sul vicino che fa passeggiare il cane. Perch in un modo o nell’altro usciremo da questo tunnel, torneremo a pensare al futuro con speranza, creativit e voglia di socialit, la crisi passer.

Questo periodo lascer delle ferite e delle cicatrici, ma dobbiamo impegnarci gi ora affinch non siano cicatrici nel tessuto sociale, nei rapporti umani, nella fiducia che abbiamo nei nostri concittadini, nei nostri vicini e nelle nostre comunit. Altrimenti sar ancora pi difficile mettersi alle spalle le difficolt economiche che sono e saranno durissime. Da solo nessuno pu ripartire, necessario farlo insieme. E allora dobbiamo davvero riscoprire la gentilezza, la solidariet, la vicinanza nella distanza, l’empatia e la collaborazione. Dobbiamo considerare che da come usciremo da questa crisi dipender anche molto del mondo che lasceremo alle generazioni future. Per questo il momento di dare il meglio di noi stessi. Mettiamo da parte la rabbia, rispolveriamo la benevolenza. Antonio, trentenne, se n’ andato qualche giorno fa per una malattia con cui ha combattuto fino all’ultimo. E fino all’ultimo ha guardato al futuro con speranza e con gentilezza. Proviamoci anche noi.

27 marzo 2020 | 08:15

© RIPRODUZIONE RISERVATA





Source link