La gentilezza una scelta. E come insegnava lo psicologo americano Wayne Dyer, se ti viene data la possibilit di scegliere se avere ragione o essere gentile, meglio essere gentile. Il che, non sempre, il percorso pi facile perch la nostra mente presta attenzione soprattutto alle cattive notizie e quando siamo sommersi da stimoli negativi — crisi economica, ambientale, problema dei migranti, pandemia — le persone pi fragili faticano a tenersi in equilibrio. Per sopravvivere in un contesto simile, attivano meccanismi pre-programmati della nostra mente che spingono all’aggressivit e alla maleducazione, conferma la psicologa svizzera Cristina Milani, presidente del World Kindness Movement. La gentilezza invece attivata dall’empatia cognitiva. Il che significa non solo capire le emozioni degli altri ma anche vedere la realt come la vedono gli altri, essere “connessi”. fondamentale non farla soccombere alla modalit aggressiva. In tutti gli ambiti: a casa, in famiglia, sul posto di lavoro…

La gentilezza non dunque un lusso da sfoderare nelle grandi occasioni. piuttosto un’attitudine innata — come hanno dimostrato gli studi sui neuroni specchio del professor Rizzolato — che migliora la qualit di vita di tutti. Ancora molto resta da scoprire sui meccanismi biologici innestati da un sorriso o un atto di cortesia e la materia diventata materia di studio a livello accademico. L’Universit della California, a Los Angeles, ad esempio ha aperto il primo Istituto di ricerca interdisciplinare sulla gentilezza (ne avevamo scritto su Buone Notizie nell’ottobre scorso). L’Ucla Bedari Kindness Institute punta ad essere un antidoto all’attuale scenario politico mondiale, denso di violenza e conflitti, aveva affermato Darnell Hunt, decano della facolt di Scienze sociali. Un’iniziativa che ha stimolato, in Italia, la curiosit di Giampietro Vecchiato, che insegna Relazioni pubbliche al corso di laurea in Strategie di comunicazione dell’Universit di Padova.

Da dieci anni studio la relazione medico-paziente nel processo di cura e ho scoperto che la qualit della relazione che si instaura ha forti ricadute sull’esito della terapia — spiega —. Quando ho letto dell’iniziativa in California, tramite il vostro articolo, ho invitato una mia studentessa, Marta Grigoletto, a scrivere una tesi proprio su questo tema e abbiamo cos avuto conferma che la gentilezza un elemento fondamentale per costruire relazioni efficaci fra le persone. Anche nel mondo del lavoro. Le persone gentili sono pi sane, pi benvolute e produttive, risolvono i conflitti con facilit e si sentono pi felici. arduo contabilizzare quanto valgono nelle imprese attenzione, empatia, disponibilit all’ascolto, ma sicuramente gli imprenditori e i manager sanno quanto costa e quanti danni fa un clima di lavoro non fondato sulla gentilezza: conflitti, liti, ostilit, contrapposizioni, arroganza… La gentilezza rivoluzionaria sul clima aziendale e quindi sull’intera azienda. Conferma Marta, laureata con 110 e lode: La gentilezza crea sempre un ambiente positivo, di fiducia e rispetto: le persone si sentono in uno spazio sicuro in cui possono esprimere le proprie idee liberamente. E questo dialogo continuo porta a innovazioni e vantaggi per tutti.

La parola chiave empatia. Come disse l’ex presidente americano Barack Obama per uscire dalle crisi bisogna cominciare a vedere il mondo con gli occhi degli altri. Un’impresa tutt’altro che facile, perch la gentilezza non si insegna n si impara. Semmai, necessario farla rinascere dentro di noi. E da questo punto di vista, sottolinea Cristina Milani, l’emergenza Covid-19 paradossalmente forse ci ha aiutato a riscoprirne il valore. Stiamo seguendo da troppo tempo un paradigma basato sull’individualismo, secondo il quale l’altro non il mio compagno di viaggio ma il mio antagonismo — spiega la psicologa, — . Da qui nascono una serie di comportamenti negativi: cinismo, maleducazione, violenza… Dobbiamo staccarci da questo paradigma se vogliamo andare avanti. Da un punto di vista evoluzionistico, siamo “migliorati” quando abbiamo cominciato a collaborare. L’individualismo non funziona. Tutto ci che il prodotto dell’attuale capitalismo, del consumismo, si sta sgretolando. Il paradigma del futuro deve essere quello della gentilezza, della connessione, della positivit, dell’altruismo, del pensare “io con te” e non pi “io-io”. Anche sul posto di lavoro. La sua associazione Gentletude Switzerland (in Italia, dirige una onlus omonima) ha appena lanciato un corso dedicato alla leadership gentile, per spiegare come la gentilezza possa avere un forte impatto anche sul successo aziendale.

Diventeremo tutti pi buoni, come ha ripetuto la retorica da lockdown? Non detto. L’essere umano ambivalente: tanto buono come cattivo — conclude Milani —. Credo per che tante persone si siano rese conto che il modello di vita che abbiamo seguito negli ultimi decenni molto arido. Passi la vita a rincorrere esperienze per poi ritrovarti alla fine con il nulla in mano. Se vero che alcuni, succubi della paura, rischiano in questa fase di diventare ancor pi aggressivi di prima, sono convinta che siano molte di pi le persone che hanno fatto un balzo in avanti nel percorso verso la solidariet, l’altruismo e la connessione. Io ne ho approfittato per scrivere un Manuale per diventare un ambasciatore della gentilezza.

11 giugno 2020 (modifica il 11 giugno 2020 | 19:07)

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