“È morta la principessa del Galles Diana Spencer, è rimasta vittima di un incidente automobilistico sotto il tunnel del Pont de l’Alma a Parigi“, così esordivano i telegiornali del 31 agosto 1997, sconvolgendo gli animi di tutti coloro che con spensieratezza si stavano godendo gli ultimi giorni delle vacanze estive. Fiumi di sudditi commossi che lasciavano fiori di fronte Buckingham Palace, lo straziante funerale in diretta tv, gli innumerevoli tributi a quella che venne definita la “principessa triste”, sono solo alcune delle immagini commoventi che si susseguirono in tutti i programmi televisivi dopo quell’evento drammatico. Da quel momento il poi il mondo non sarebbe stato più lo stesso e non solo perché Lady D. avrebbe segnato la storia del costume in modo indelebile ma anche perché la sua “favola moderna” aveva dato prova del fatto che la Royal Family non era così intoccabile e perfetta come si era sempre creduto. Diana non si accontentò di essere la decima principessa del Galles nella storia della monarchia britannica, divenne un simbolo di rivoluzione ma, piuttosto che ribellarsi con irriverenza, sfacciataggine e aggressività, lo fece con il sorriso dolce e con la gentilezza amabile che la caratterizzarono fino all’ultimo istante della sua vita.
La rivoluzione di Lady Diana
Sono passati quasi 23 anni dalla morte della principessa Diana ma ancora oggi si torna a parlare di lei. Di recente è stato annunciato che presto verrà realizzato un film dedicato alla sua storia e a interpretarla sarà Kristen Stewart. Tutte le persone nate negli anni ’80 e nei decenni precedenti, però, sanno bene che non sarà semplice riportare sullo schermo la gentilezza, la dolcezza e la bontà che l’hanno sempre caratterizzata. Oggi non si perde occasione per definirla icona di stile e di bellezza ma la verità è che la principessa è stata molto più di questo. È stata una donna rivoluzionaria nella sua semplicità, è entrata nella Royal Family senza avere titoli reali, ha creduto nel romanticismo, è stata delusa ma, nonostante le difficoltà, ha trovato la forza di rialzarsi, di sorridere, di prendersi cura dei suoi figli giorno dopo giorno. Era una mamma amorevole, una moglie che ha voluto credere fino all’ultimo nella forza dell’amore, una femminista, una donna che non aveva paura di schierarsi dalla parte dei più deboli, che ha combattuto con forza contro i demoni della sua anima. Diana ha avuto il merito di dimostrare al mondo quanto può essere rivoluzionaria la bontà e la delicatezza ed è per questo che, a distanza di oltre 20 anni, la sua figura gentile continua a essere cristallizzata nei nostri occhi.
Diana e Carlo, dal primo incontro al matrimonio
Diana Spencer incontrò il principe Carlo per la prima volta nel 1977 ma tra loro non ci fu subito un colpo di fulmine, se lo ritrovò nella residenza paterna ad Althorp House per un incontro informale con la sorella Sarah, appuntamento che però non ebbe il risultato sperato. Come entrarono in contatto le due famiglie? La nonna di Diana fu la dama di compagnia della Regina Madre. All’epoca l’erede al trono conosceva già Camilla ma la regina non approvava la loro unione, voleva che il figlio sposasse una donna “da plasmare” e non un’aristocratica i cui avi erano già stati coinvolti in intrighi di corte. Il secondo incontro della coppia ci fu due anni dopo, nel 1979, a Balmoral ed è proprio in quell’occasione che Carlo cominciò a valutarla come futura principessa di Galles. Per il primo bacio si dovette aspettare il luglio del 1980 ma non venne mai raggiunta una certa intimità tra i due, basti pensare al fatto che Diana ebbe solo 12 appuntamenti col fidanzato prima del matrimonio e che si rivolgeva a lui chiamandolo Sir.
Lady D. non ha avuto paura di ribellarsi all’etichetta
Il giorno del matrimonio, il 29 luglio 1981, è ormai passato alla storia: Diana con il suo iconico abito bianco di Elizabeth Weiner e David Emanuel varcò la soglia della cattedrale di Saint Paul, diventando la protagonista di una vera e propria fiaba. Nella Royal Family, però, non è tutto oro quel che luccica e quell’unione ebbe dei “lati oscuri” fin dal giorno del fatidico sì, tra gli invitati al Royal Wedding c’era infatti Camilla, che all’epoca era già amante di Carlo. Diana diede prova fin da subito di essere una donna timida ed empatica ma allo stesso tempo forte e rivoluzionaria. Fu infatti la prima sposa Windsor a non esprimere il giuramento di obbedienza al marito davanti a Dio, non amava la campagna, a Balmoral si rifiutava di partecipare ai pranzi in giardino, una vera e propria eresia per i Windsor, e finiva spesso su tutti i giornali per la sua voglia di vivere una vita “normale”.
La principessa che desiderava una vita “normale”
Diana fu la prima reale a toccare le persone in pubblico, a stringere mani, ad accarezzare il capo dei bambini che volevano salutarla, a conquistare i sudditi con la sua semplicità, con la sua voglia di aiutare i bisognosi. Non si rassegnò mai al tradimento del marito, evento che la distrusse emotivamente, facendola soffrire di bulimia e facendole tentare il suicidio per 5 volte come lei stessa rivelò nell’intervista rilasciata tra le sale di Kensington Palace. Tutti avrebbero voluto assistere al secondo capitolo della sua vita, tutti avrebbero voluto vederla al fianco dei figli William ed Harry nel giorno più importante della loro vita, il matrimonio, tutti avrebbero voluto sapere cosa ne pensava delle “eterne rivali” Kate Middleton e Meghan Markle, ma purtroppo la sua vita si è interrotta troppo presto, lasciando incompiuta la sua favola moderna.
Cosa ha rappresentato Lady Diana per le bambine degli anni ’80
Essere nate negli anni ’80 significa far parte di una “generazione di mezzo” che, se da un lato è ancora fortemente legata a delle tradizioni antiquate, dall’altro sente il desiderio di evolversi, di emanciparsi, di fare davvero la differenza. Per tutte quelle che, come me, sono state bambine proprio in questi anni Lady Diana è diventata un modello da seguire, una principessa moderna che per la prima volta ha avuto il coraggio di ribellarsi, distaccandosi dal tradizionale modello della Disney. Fino a quel momento le donne venivano presentate come delle “Penelope” eternamente in attesa del principe azzurro che gli salvasse la vita e che desse un senso alla loro esistenza fatta di faccende domestiche, rivalità amorose e ossessiva ricerca della bellezza perfetta, con Lady D. tutto è cambiato. Cosa mi ha insegnato la principessa del Galles? Che una donna può realizzare ogni sogno solo con la sua forza, che può essere indipendente e che non ha bisogno di un principe per sentirsi realizzata, anzi, il più delle volte l’apparenza perfetta può essere ingannevole. Certo, è necessario continuare a credere nell’amore anche quando tutto sembra perduto ma non si deve mai dimenticare il proprio valore di donna.