Empoli, la signora Teresa Cioni, con problemi di deambulazione, lancia un invito al Comune e alle associazioni di categoria per mostrare una maggiore sensibilità
EMPOLI. Quando ci si deve appellare al buon senso delle persone è una sconfitta per tutti. Per questo è bene ricordarsi di chi vive la propria giornata con maggiori difficoltà di altri e lanciare segnali per una città a misura di tutti. Teresa Cioni, una signora empolese che convive con alcune sindromi limitanti soprattutto sul piano degli spostamenti, ha accettato di testimoniare al Tirreno alcune problematiche al punto da arrivare a lanciare delle proposte dirette all’amministrazione comunale e alle associazioni di categoria rappresentanti il mondo del commercio. «Un caro amico, Claudio Diaz, ha compiuto la stessa battaglia nel comune dove vive, Spresiano in provincia di Treviso – racconta Teresa – dove hanno realizzato una serie di cartelli che invitano le persone a cedere il proprio posto a chi è in maggiore difficoltà». Teresa infatti, che cerca di essere autonoma il più possibile, cammina con l’ausilio di un bastone e spesso viene aiutata dal marito, proprio perché le sue gambe non reggono per molto tempo. «Quando devo recarmi al distretto Asl di Rozzalupi – racconta la diretta interessata – se è tutto pieno e ci sono ritardi sugli appuntamenti bisogna attendere in piedi e per me è un disagio. Servirebbero delle corsie preferenziali per persone con disabilità certificata come me, le quali dovrebbero andare allo sportello direttamente. Di natura non sono una persona che si lamenta, cerco sempre di non chiedere di farmi sedere finché resisto. Però è triste quando gli altri, pur vedendomi, non mi cedono il posto o non mi fanno passare sul marciapiedi, il malcostume è generalizzato».
Problemi sono anche nei luoghi del commercio: «A Empoli non vedo in giro cartelli che incentivano i clienti a dare priorità ai disabili – prosegue Cioni – ai supermercati è più facile che sia io a far passare avanti una persona in difficoltà e non il contrario. Talvolta anche da parte degli stessi addetti non c’è la dovuta attenzione. C’è sempre la paura che, anche se uno ha una disabilità intellettiva e non apparente, le persone ti guardino male se chiedi la priorità. Io e mio marito ci siamo trovati a discutere con chi occupa il posto riservato per disabili vicino casa senza che abbia il diritto di farlo, notiamo reazioni di arroganza anche quando l’errore è evidente».
Tornando all’iniziativa condotta in Veneto dal suo amico, Teresa Cioni si rivolge quindi al territorio: la campagna fatta a Spresiano si intitola “Non ho fretta ma non posso aspettare” e ha come motto “La gentilezza verso il prossimo no costa nulla, ma arricchisce chi la pratica”. «Mi appello all’amministrazione comunale e alle associazioni di categoria affinché si possa migliorare a Empoli questa situazione – conclude la cittadina – perché si può fare ancora tanto. La sensazione è che tutto sia peggiorato rispetto a prima, si spingono molto i servizi online ma bisogna ricordarsi che molte cose devono essere ancora fatte in presenza». E anche una sedia libera, in questo caso, fa la differenza.