Letture, performance, spettacoli e conferenze per adulti per riflettere sul mondo in cui viviamo e sul nostro futuro
MODENA «Mai come quest’anno abbiamo bisogno di luce e bellezza e la Fiaba, in questo senso, viene in nostro soccorso», sono parole di Nicoletta Giberti, direttrice artistica del Festival della Fiaba, posticipato rispetto al tradizionale appuntamento di giugno. In questa settima edizione, la rassegna che avrà luogo a Modena dall’11 al 13 settembre, indagherà il tema della “Grande Madre”. «Baba Jaga, per dirla con una fiaba – spiega Nicoletta – è una strega russa, che si muove su zampe di galline e alla quale è possibile rivolgere una delle domande umane più temibili e affascinanti: cosa succederà dopo?».
Domanda sempre attuale, alla quale oggi più che mai sembra mancare una risposta. «Magnifica e terribile, proprio come la capacità creatrice e distruttrice, al tempo stesso, della Madre Terra». In questa tre giorni di «narrazioni in voce semplice» si susseguiranno letture, performance, spettacoli e conferenze.
Delle letture di fiabe, attinte dalla tradizione tedesca, norvegese e russa, si occuperà il Gruppo narratori 2020. «Ogni anno, persone che non hanno mai compiuto studi di recitazione si mettono alla prova in un laboratorio che li vede impegnati in incontri mensili, da settembre a maggio – illustra la direttrice del festival – durante questi mesi di preparazione, entrano in contatto con gli aspetti più ancestrali del genere fiaba e, in un certo senso, anche della propria vita. Perché ogni fiaba parla di vita e senza la giusta introspezione è impossibile restituirla…viva».
Tra gli eventi più attesi di questa settima edizione, vi è senza dubbio “Amam: un viaggio alle origini del ventre”: «una delle curatrici, Elena Annovi, sta appunto preparando lo spettacolo compiendo ricerche nei siti archeologici di dodici “Domus de Janas” – tombe preistoriche scavate nella roccia – sparse lungo tutta la Sardegna». Il lavoro di questi mesi verrà presentato proprio nella performance del 12 settembre, serata centrale del Festival. Battistina Casula, firmerà la regia, costruendola grazie ai suoi studi di archeologia. Aprirà le danze, venerdì 11 settembre, la conferenza “La Grande Madre e il potere del Femminile”, tenuta da Amanda Louise Michel Azzurra, che si occupa di empowerment del femminile ed è appassionata del culto della Grande Dea e della divinazione.
Mentre domenica 13 Alessandra Cussini tratterà de “La Casina delle storie, un luogo di deposizione. Il vuoto della perdita, la memoria, la custodia. Dove si mette ciò che resta?”. Anche la musica sarà presente all’evento: “Voci della Grande Madre” è una performance musicale ideata da Valentina Lugli e Alessandra Fogliani, le quali cuciranno insieme una serie di rivisitazioni di brani musicali, composti esclusivamente da artiste donne contemporanee. «Ci tengo a sottolineare – prosegue Nicoletta – che il Festival della Fiaba non si rivolge ai bambini. Anzi, la fiaba è uno strumento attraverso il quale raccontiamo e leggiamo la vita, la quale può essere dolce, sì, ma anche terribile, nel suo essere vera. Per troppo tempo abbiamo cercato di edulcorare questa forma di narrazione e di conseguenza, forse, anche il racconto della vita».