di Ilaria Biancalani Il Consorzio Vino Chianti tira un sospiro di sollievo: il calo nella produzione sarà inferiore a quello atteso. “Dopo la gelata del maggio scorso – spiega il presidente Giovanni Busi – le piante hanno reagito bene. Non sarà un’annata eccezionale dal punto di vista quantitativo, ma il danno è minore del previsto”. Una notizia…
di Ilaria Biancalani
Il Consorzio Vino Chianti tira un sospiro di sollievo: il calo nella produzione sarà inferiore a quello atteso. “Dopo la gelata del maggio scorso – spiega il presidente Giovanni Busi – le piante hanno reagito bene. Non sarà un’annata eccezionale dal punto di vista quantitativo, ma il danno è minore del previsto”. Una notizia incoraggiante se pensiamo che sulla vendemmia del 2021 andranno a pesare i danni causati dagli sbalzi climatici dei mesi scorsi. “La produzione sarà più scarsa del normale – prosegue Busi (foto) – ma rispetto alla prima stima, che vedeva una flessione media del 30-40%, ora prevediamo un meno 15%”. Un’altra notizia positiva per il vino Chianti docg arriva dal fronte vendite, che a giugno hanno registrato una crescita del 15%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tuttavia, per tenere in equilibrio domanda e offerta, l’ultima assemblea del Consorzio Vino Chianti, aveva deciso di ridurre le rese per la prossima vendemmia. La decisione ora è stata approvata dalla Regione, con una delibera nell’ultima seduta di Giunta. “Per la vendemmia 2021 – evidenzia Busi – abbiamo deciso una diminuzione delle rese del 15% per mantenere in equilibrio la produzione e il mercato. Con questa decisione garantiamo un ritorno economico maggiore nel momento della produzione. Nell’ultimo mese abbiamo rilevato un aumento dei prezzi – per la produzione del 15-20% – quindi siamo sulla strada giusta”.
Busi tiene a precisare che “la riduzione delle rese non è stata fatta perché non c’è mercato per il Chianti, bensì per mantenerlo in equilibrio ai prezzi attuali, senza creare sbalzi eccessivi. L’obiettivo – conclude – è quello di consolidare la crescita, per garantire alla fase della produzione una marginalità che prima non c’era”.
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