Draghi

C’è il comune impegno ad assicurare non solo la sicurezza e la salute ma anche la ripresa dell’attività economica. E soltanto attraverso un sincero rapporto di collaborazione tra Stato Regioni si riuscirà a vincere questa battaglia. Mario Draghi, presidente del consiglio, ha illustrato così alle regioni, nel corso del vertice sui vaccini che si è svolto a palazzo Chigi, le intenzioni dell’esecutivo nella lotta contro la diffusione del contagio e per il rilancio dell’economia. Il presidente del Consiglio ha rinnovato “l’invito a iniziare a guardare al futuro con ottimismo” e ha sottolineato come “la campagna vaccinale migliori continuamente e rapidamente”. Gli obiettivi prefissati per aprile e maggio, pari a mezzo milione di vaccinati al giorno, non sembrano secondo il premier lontani.

“Per quanto riguarda le forniture dei vaccini per i prossimi mesi la Commissione ha assicurato che le dosi dovrebbero essere più che sufficienti per raggiungere l’immunità per il mese di luglio in tutta l’Europa”, ha detto ancora il premier. Che a proposito del rilancio dell’economia è stato chiaro: “Occorre ridare speranza al paese, pensando a programmare e alle riaperture. Bisogna cominciare ad aver di nuovo il gusto del futuro. Occorre uscire da questa situazione di inattività. Sono certo che, tutti insieme , raggiungeremo qualunque obiettivo. Questa è la mia certezza, non è una speranza né un pronostico”, ha aggiunto. Draghi, rivolto alla Regioni, ha affermato che ” lo Stato farà di tutto per rispondere alle esigenze delle Regioni, anche con riferimento al tema delle carenze di personale. Questo è l’atteggiamento del governo: aiutarvi a raggiungere gli obiettivi che sono di tutti noi”.

Al vertice sui vaccini, in videoconferenza, hanno partecipato anche il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, il ministro della Salute Roberto Speranza, il Commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e i presidenti di regione. E’ stata confermata la volontà di un impegno comune per il buon esito della campagna vaccinale, superando ogni incomprensione, con la massima collaborazione. “Bisogna guardare al futuro per dare un segnale al Paese. Si cominci a fare un ragionamento sulle riaperture in base alla certezza sull’arrivo dei vaccini”, hanno chiesto le Regioni. Al termine della riunione i presidenti leghisti hanno chiesto “riaperture ragionevoli” e insistono perché nel prossimo decreto siano previste clausole per ripristinare le zone gialle dove i numeri dei contagi Covid lo consentano. I governatori del Carroccio sostengono inoltre la necessità di una nuova valutazione dei criteri per individuare l’andamento del contagio e auspicano “indicazioni scientifiche sul rischio che comporterebbero alcune riaperture come quelle di teatri o ristoranti”. Altra richiesta al governo è “di incrementare il personale sanitario per fare i vaccini, considerate le promesse non mantenute dal precedente governo”.

Le regioni chiedono al governo più dosi e un calendario preciso delle forniture in arrivo. Oggi si è parlato parlerà anche delle misure del decreto che dal 7 al 30 aprile terrà l’Italia nella morsa delle restrizioni. Se da una parte la Lega punta a una verifica di metá aprile per allentare la stretta, molti presidenti di Regione invocano prudenza. “Non si può allentare adesso a costo di dover richiudere a maggio”, avverte il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. Quanto ai vaccini, da qui al 3 aprile arriveranno oltre un milione di dosi Pfizer, mezzo milione di Moderna e 1,3 milioni di AstraZeneca e bisogna decidere nel dettaglio come ripartirle e somministrarle. Uno degli argomenti all’ordine del giorno è il criterio di suddivisione in base alla popolazione residente, ma senza calcolare gli under 16. Altra questione sollevata da diversi presidenti è la necessità di organizzare punti vaccinali minori in quelle regioni come Sicilia, Liguria o Calabria le cui caratteristiche geografiche rendono difficile a molti cittadini raggiungere gli hub più grandi. “Bisogna attenersi alle decisioni che sono state prese dal Governo con le Regioni. Le decisioni devono valere per tutti.”, ha detto Bonaccini. Nel corso della settimana ci sará un altro vertice, questa volta con il ministro dell’Economia Daniele Franco, perché le Regioni si sentono tagliate fuori dal dossier Recovery plan e hanno fretta di sapere se il governo intenda coinvolgerle in quella che, assieme ai vaccini, è la sfida cruciale per il futuro dell’Italia.



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