Un’estate diversa, quella 2020, cominciata in netto ritardo per i livornesi che solitamente, senza dar retta il calendario, a fine aprile sono già con i piedi nell’acqua. Un’estate diversa anche per i gestori dei “bagni” che, per la prima volta, si sono trovati a dover fare i conti con gli strascichi del lockdown, restrizioni, distanziamento e nuove regole da seguire e far seguire ai clienti. Non è sempre facile ma “la gente dopo la chiusura e la paura del virus comincia ad aver voglia di normalità – sostiene Giorgio Bonaventura, patron dei Pancaldi – e al mare ci viene rispettando il più possibile le regole”.
Estate a Livorno, le tariffe dei bagni in città
“All’inizio poteva esserci qualche difficoltà data dalla mancanza degli ombrelloni – continua Bonaventura – ma piano piano i clienti si stanno adattando, abbiamo tante zone d’ombra e comunque era una decisione di cui erano già al corrente al momento della sottoscrizione dell’abbonamento”. Far rispettare l’obbligo di indossare la mascherina, invece, sembra essere un lavoro duro. “Gli adulti non creano problemi, ma coi i ragazzini è un lavorone, ogni ora lo ricordiamo all’altoparlante e cerchiamo di fare il possibile. Speriamo che la situazione migliori e che nel corso dell’estate si possano allentare le restrizioni e, magari, anche rimettere gli ombrelloni”.
“Tante prenotazioni in meno, l’unica speranza è che allentino le restrizioni”
“La situazione non è per niente buona, abbiamo avuto il 75% in meno delle prenotazioni – è la lamentela di Gianfranco Giachetti, titolare dei Bagni Tirreno -. Credo che questo calo sia dovuto a una crisi economica senza precedenti dovuta alla pandemia ma anche alla paura. Abbiamo clienti che non sono tornati per timore del virus e l’unica speranza è che vengano allentate le restrizioni nel corso dell’estate, che ci permettano di aprire i gabbioni e di far stare le persone sugli scogli a prendere il sole senza obbligarle a rimanere nella propria postazione. In questo caso, con un clima più rilassato, la situazione migliorerebbe. Noi siamo pronti con le piscine aperte e tutte le misure di sicurezza, ma il clima deve tornare sereno.”
Un bilancio tuttosommato positivo invece per i Bagni Lido. “Un mese fa non speravo neanche di poter aprire – esordisce Riccardo Ganni -. Oggi, nonostante regole ferree, le restrizioni e tutti i limiti che abbiamo crediamo di riuscire a portare a casa la stagione. Però si doveva pensare di più alla situazione livornese che è diversa dal quella del resto d’Italia. I nostri bagni non sono gli stabilimenti della Versilia o della riviera adriatica, hanno criticità che andavano gestite in modo diverso. È andata così, speriamo che la situazione si normalizzi al più presto, noi facciamo il possibile per offrire un buon servizio ai clienti, di più non si può”.
“La gente si sta lentamente tranquillizzando. Smettiamola con la politica della paura”
Ancora più ottimista Alberto Bartoli, titolare dei Bagni Sama. “Noi non abbiamo fatto grandi modifiche perché le postazioni erano già abbastanza distanziate – racconta -. Siamo stati tra i primi ad aprire il 1 giugno e se all’inizio tra i clienti si percepiva un po’ di spaesamento col passare dei giorni si sono rilassati. Sono praticamente sparite le mascherine all’aperto, vengono regolarmente usate negli spazi chiusi, e i clienti sono rispettosi delle regole senza però avere grandi ansie. Anzi, sarebbe il momento di cominciare a lavorare su questa paura che attanaglia le persone perché la situazione per fortuna non è più quella di tre mesi fa e, senza prendere la situazione sottogamba e facendosi trovare pronti in caso ripartano i contagi, è il momento di ritrovare serenità“.
“C’è stato un grande ricambio, i clienti sono rispettosi delle regole”
Un turn over importante è invece la carta vincente del Bagno Onde del Tirreno. “Abbiamo avuto un grande ricambio – racconta Walter Ganni – ci sono state tante disdette di vecchi clienti ma per fortuna li abbiamo rimpiazzati con persone nuove”. Tante le misure di sicurezza adottate che, però, non sembrano spaventare chi vuole godersi una giornata di mare e sole. “Misuriamo la temperatura a tutti e teniamo il registro degli ospiti dei nostri abbonati – prosegue Ganni -, ci sono delle regole da seguire, che per noi vogliono dire tanto lavoro in più, ma i clienti si stanno dimostrando rispettosi e piano piano si stanno rilassando abbandonando anche i timori iniziali”.
“Noi seguiamo le regole. ma le spiagge libere sono senza controllo. Che rabbia”
Se diverse sono le prime impressioni dei gestori sull’andamento di inizio stagione balneare, tutti concordano nell’evidenziare la mancanza di regole e controlli nei tratti di costa libera a differenza di quelli stringenti imposti sui bagni. “Noi degli stabilimenti siamo rigidi, ma sui moletti e nelle spiagge libere la situazione è completamente diversa – denuncia Giachetti -. Noi sanifichiamo, puliamo e sterilizziamo tutto sotto gli occhi dei clienti più volte al giorno, ma basta fare un giro in città per vedere che nelle zone libere ci sono assembramenti e nessun tipo controllo. Io non sono un vigile e non voglio sostituirmi a chi ha il compito di controllare e far rispettare le regole, ma chi di dovere dovrebbe farlo per il bene di tutti perché se poi la gente ricomincia ad ammalarsi ci si rimette tutti”.
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Una sottile rabbia che accomuna tutti quelli costretti a seguire rigide regole. “A un passo da noi c’è una spiaggia libera e la scogliera del Romito – fa eco Bartoli – e fa rabbia vedere che mentre noi titolari siamo sottoposti a obblighi di sanificazione e distanziamento, nelle zone libere i controlli non esistono ed è terra di nessuno”. Certo, a mancare in questo caso è soprattutto la sicurezza. “Io preferisco focalizzare l’attenzione su altro – interviene Walter Ganni – perché sono sicuro che, rispetto a chi frequenta le spiagge libere, i nostri clienti vivranno una stagione balneare più bella e in totale sicurezza. Sono contento del servizio che siamo in grado di offrire e questo mi basta”. Dello stesso avviso anche Lido e Pancaldi. “Come si fa a controllare palmo a palmo tutta la costa?- è il parere di Riccardo Ganni – è praticamente impossibile. Ci vuole un po’ di buonsenso da parte di tutti, solo quello”.