E’ uno dei massimi esperti di virus ed epidemie. Davide Grassi l’ha intervistato e il luminare spiega con la semplicità comunicativa che lo contraddistingue, tutto quello che c’è da sapere sul covid-19: gli effetti del caldo sul coronavirus, il suo ripresentarsi come un’influenza stagionale, il tema degli anticorpi, del vaccino e dei test sierologici. E anche che non ha nessun senso alzare barriere protettive in spiaggia.

Ho avuto la fortuna di intervistare il Prof. Giulio Tarro. A chi ancora non lo conoscesse suggerisco di cliccare sulla sua pagina www.giuliotarro.it dove potrà informarsi sulla sua interessante ed altrettanto importante carriera di virologo e scienziato. Allievo di Albert Sabin, padre del vaccino contro la poliomelite, si legge che riuscì a isolare il vibrione del colera quando scoppiò l’epidemia a Napoli. Negli anni ‘70 sempre Tarro scoprì la causa del cosiddetto “male oscuro di Napoli” ovvero il virus respiratorio “sincinziale“. Un virus che provocava un elevato numero di morti tra i neonati affetti da bronchiolite. Insomma, stiamo parlando di uno dei massimi esperti di virus ed epidemie.

Maestro e allievo: Albert Sabin (a destra), padre del vaccino contro la poliomelite, con Giulio Tarro. Nella foto d’apertura Tarro (a destra) è con il premio Nobel per la medicina Carleton Gajdusek (le immagini che pubblichiamo sono tratte dal sito internet www.giuliotarro.it)

Premetto che raggiungere telefonicamente il Prof. Tarro (in questi giorni è ricercatissimo anche dalle testate giornalistiche straniere) non è stato semplice. Ma non è affatto “uno che se la tira” anzi è molto attento e gentile e poiché il nostro appuntamento telefonico di ieri sera era saltato, per motivi legati ai suoi impegni professionali, ci ha tenuto ad inviarmi un sms per dirmi che avrei potuto chiamarlo questa mattina. E così ho fatto.
Vi riporto così il risultato della nostra interessante conversazione, sperando di potervi aiutare a fare un po’ di chiarezza sull’evoluzione del Covid-19 in vista di quella famosa, e tanto agognata, “Fase 2” che ci attende.

Professore, è vero che in futuro dovremo convivere con il Covid-19 oppure è un virus che andrà via con l’arrivo dell’estate? E’ una domanda che oggi in molti si stanno ponendo. Anche perché tutti i giorni siamo storditi dalle tante, e diverse, informazioni che ci arrivano dai media e da alcuni suoi colleghi. Secondo lei quali saranno gli scenari futuri di questa epidemia?
Vede, noi abbiamo già degli esempi precedenti a questo virus. In particolare, mi riferisco alla “prima” Sars, una epidemia più pericolosa. Poi la “seconda” che non è paragonabile. La Cina dalla sua manifestazione in novembre scorso l’ha bloccata a marzo. Poi c’è anche la Corea che ormai sta uscendo dall’allarme. Abbiamo già degli esempi precedenti come riferimenti. Poi abbiamo l’Africa dove, pur con tutti i problemi che lì ci sono, grazie alle latitudini geografiche ci sarà qualche endemia locale ma non una vera e propria epidemia. La stagione estiva non è più la stagione della malattia da raffreddamento che è quella collegata al Coronavirus. Quindi con l’arrivo della stagione estiva il virus molto probabilmente se ne andrà.

Ma si potrà ripresentare?
Dopo l’estate potrebbe ripresentarsi come una malattia stagionale o regionale come l’aviaria per intenderci.

Ma quando dice che potrà diventare una malattia stagionale e tornare a circolare, che cosa intende?
Come un’influenza in sostanza, l’influenza è fatta da tanti virus. Ci sono le famose pandemie a cominciare dal secolo scorso, dalla “spagnola” all’influenza di Hong Kong. Di questo secolo abbiamo sia l’aviaria che la suina. Nell’anno successivo molti avevano già gli anticorpi. Chiaramente i casi di influenza ancora ci sono, ma non fanno più storia.

Gli anticorpi possono effettivamente svolgere un ruolo determinante in questo momento?
Guardi, io le dico una cosa che taglia la testa al toro. In questo momento, e questa è anche la notizia del Telegraph del 7 aprile, notizia scientifica, che riguarda la pubblicazione dei colleghi cinesi che hanno confermato che con gli anticorpi dei soggetti guariti hanno salvato la vita di coloro che dovevano essere attaccati al ventilatore e di quelli che erano già attaccati al ventilatore. In 48 ore. E’ una strada che si è già cominciato a percorrere. Che poi è lo stesso metodo utilizzato nella famosa sindrome del Medio Oriente. Gli anticorpi della persona guarita sono serviti per curare la persona ammalata.

Però si parla di un vaccino per il Covid-19 e in molti si chiedono quale sia la tempistica con cui lo avremo. Ci sono anche ipotesi diverse soprattutto sui tempi per ottenere un vaccino efficace: c’è chi parla di un vaccino che arriverà non prima di dodici mesi e invece chi dice che già entro settembre potremmo avere un vaccino inizialmente per coloro che sono in prima linea, medici e infermieri ad esempio.
Guardi il vaccino è ovviamente un preventivo. Una persona viene vaccinata per poi formare gli anticorpi, ma ci vorrà sicuramente del tempo per averlo.

C’è anche chi dice che per ridurre i tempi della sperimentazione si potrebbero infettare giovani volontari dopo averli vaccinati. Che ne pensa?
Non ci riferiamo a chi il 2 febbraio ha detto che non ci sarebbe stato un caso in Italia? A mio parere i giovani si guardino bene dal testare il vaccino.

Lo sa che qua, nella mia zona, in Emilia Romagna, stanno girando in rete dei progetti di stabilimenti balneari con strutture in plexiglas che dovrebbero svolgere la funzione di isolare gli ombrelloni e le famiglie per evitare contatti. Ma se il virus non circola nell’aria, che senso avrebbe prendere precauzioni del genere anche in spiaggia?
Nessun senso.

Ultimamente hanno sequestrato alcuni poliambulatori dove venivano fatti dei test sierologici. Lo Stato ha detto: fermi tutti per i test ci pensiamo noi, Stato e Regioni. Secondo lei era un’iniziativa sbagliata oppure poteva avere un senso?
Io credo che sia una iniziativa giustissima. L’unico problema è che deve essere un test affidabile e quindi è giusto che venga stilata una lista di test affidabili e che ci sia il controllo preventivo dello Stato e quindi delle Regioni. Dopo di che potrebbero essere fatti nel pubblico e nel privato.

Notizia di oggi è quella che riguarda un’App, si chiama “Immuni”, un’applicazione per tracciare i contagi.
Lo ritengo uno strumento valido.

Oggi è uscita ancora una volta una notizia che riguarda la possibilità che il Coronavirus non sia partito dai mercati cinesi ma che sia fuoriuscito, per errore, da un laboratorio cinese. Al di là delle tante teorie complottiste, lei cosa ne pensa di questa eventualità? Potrebbe essere vero?
Non lo so. Non è impossibile che un ricercatore o un tecnico possa portare fuori, ovviamente si presume inconsciamente, un virus dal laboratorio.

Professore, una battuta per sdrammatizzare un po’: quindi questa estate potremo andare tutti al mare?
Io ci andrò sicuramente!



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