L’appello del capogruppo consiliare di Telese Riparte
“Sono giorni di tensione e paura non solo per il diffondersi del virus ma anche per quelle che sono e saranno le pesanti ricadute economiche di questa epidemia. Sono parecchi, infatti, i settori economici interessati che chiedono con insistenza di essere tutelati. Ma l’emergenza adesso, col passare dei giorni, sta acquisendo una connotazione non solo sanitaria ma anche sociale; cresce il malcontento tra la gente soprattutto di chi, a seguito dei vari Dpcm che si sono susseguiti in questi giorni e che hanno fermato praticamente la maggior parte delle attività produttive, si è ritrovato all’improvviso senza alcuna forma di reddito, di sostentamento”.
Così il Capogruppo consiliare di Telese Riparte, Angela Abbamondi. ““Tale malcontento” – ha affermato la Abbamondi – va affrontato immediatamente contutti i mezzi a disposizione onde evitare che l’insoddisfazione lieviti e che si trasformi in un qualcosa poi davvero difficile da gestire e cioè in rabbia. A tutte le famiglie è necessario assicurare la possibilità di mettere un piatto in tavola e dare una risposta ai propri figli. Ad essi bisogna pensare in primis in questo momento contingente, in una logica di assoluta solidarietà e con l’individuazione di voci di spesa comunali che potrebbero essere stornate a tale scopo”.
““La nostra proposta” – ha proseguito – è quella di attivare immediatamente un Fondo di Solidarietà pubblico/privato da avviare mediante fondi sia comunali sia con contributi e/o donazioni da parte di quei privati le cui attività stanno continuando normalmente, basti pensare ai tanti imprenditori le cui attività non hanno subito nessuno stop, ai dipendenti pubblici e privati che continuano a percepire il loro reddito, agli stessi pensionati e percettori di reddito di sostegno.
I privati dovrebbero far pervenire le loro donazioni su un c/c dedicato in cui far confluire anche i fondi comunali destinati allo scopo – magari anche quelli che si potrebbero recuperare dalla rinuncia – anche parziale – all'indennità da parte degli amministratori.
Inoltre, ha aggiunto “i fondi comunali potrebbero essere quelli del 5 x 1000 che hanno proprio una finalità assistenziale unitamente a tutte quelle voci di spesa venute meno per via dell’epidemia. Senza dimenticare che il Decreto “Cura Italia”, ha sospeso per tutti i Comuni il pagamento dei Mutui in conto capitale e previsto la devoluzione delle cifre risparmiate proprio a sostegno del reddito delle famiglie più disagiate e far fronte così all’emergenza.
“Il Fondo in parola” – ha concluso – dovrebbe intervenire a colmare, almeno parzialmente, la situazione di crisi prevedendo una cifra al mese per ogni componente del nucleo familiare privo di entrate, rimasto fortemente danneggiato dalla situazione di emergenza ed ora concretamente in difficoltà. È il caso di tante famiglie monoreddito che non godono di nessuna forma di sostegno o reddito di cittadinanza in quanto la loro unica fonte di guadagno era il lavoro giornaliero che ora non possono più fare. Le persone in difficoltà’ dovranno presentare istanza al comune, il quale provvederà’ alla valutazione attraverso la costituzione di una apposita commissione consiliare presieduta dal Sindaco.”
In sostanza, gesti di solidarietà e di senso civico che aiuterebbero non poco in questa fase difficile tutte quelle persone che diversamente smetterebbero di avere speranza e
fiducia. Essere una comunità significa anche questo ed è fondamentale non lasciare indietro nessuno”.