SAN DIDERO – Succede in Valsusa dove una ragazza in un bar vicino al cantiere del nuovo autoporto ha pagato e lasciato 50 caffè per la Polizia. Un gesto che rappresenta i valsusini che non protestano, che non bloccano treni e strade per manifestare. Un atto che rompe con lo schema che vede la costruzione della TAV e i cittadini contro. Forse la realtà è diversa, ed è semplicemente vissuta nel quotidiano da cittadini che non si identificano con i centro sociali e la loro protesta, che non si trovano più nelle parole e negli atti di alcuni amministratori. Semplicemente un caffè “sospeso”, in questo caso cinquanta, una tazzina di caffè espresso a beneficio dei poliziotti in servizio in Valsusa. Un pensiero gentile, spontaneo, che nella sulla semplicità va contro le marce, la guerriglia, i fumogeni, la contrarietà a prescindere.
DA TUTTA ITALIA
Oltre i caffè la politica. Il Governo sta sviluppando i progetti per il Recovery Plan tra i quali le linee ferroviarie, con il potenziamento delle linee ad alta velocità come quella Tav Torino-Lione che passa in Valsusa. Una lista, ancora provvisoria, che da sola vale oltre 670 miliardi. Più del triplo dei 209 miliardi che l’Italia potrà ottenere da Bruxelles. Le proposte arrivano da ministeri, società partecipate e agenzie pubbliche. Ci sono scuola, sanità, i voucher per la connessione, diverse misure per lo smart working e i pagamenti elettronici, la detassazione sul lavoro e la Tav. La Valsusa in questi giorni è tornata al centro del dibattito politico nazionale. Dal Senato, dal Parlamento e dal Consiglio regionale del Piemonte esponenti di diversi schieramenti politici hanno espresso la loro vicinanza alle Forze dell’Ordine.
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