Il rugbista, che ha temuto per la vita dei genitori ricoverati per Covid, durante il lockdown ha aiutato gli anziani con la Croce Gialla di Parma

Per tutti questo 2020 è un anno fuori dall’ordinario, ma per Maxime Mbandà rimarrà probabilmente il più importante, l’anno in cui la laurea in Scienze Motorie dell’altro ieri è solo l’ultimo tassello. È lui, ventottenne milanese terza linea della Nazionale e delle Zebre, il vincitore del Premio Sportweek, riconoscimento che riceverà lunedì 14 nell’ambito dei Gazzetta Sports Awards. In questi mesi Mbandà, 25 caps in azzurro con esordio nel 2016, ha vissuto sensazioni fortissime, saliscendi da montagne russe: dalla paura per i genitori ricoverati per il Covid, alla gioia della paternità. Se mamma Luisa, beneventana di origine, è tornata presto a casa dall’ospedale, è andata peggio a papà Luwa, medico congolese (di Kinshasa) arrivato in Italia a 19 anni per studiare Medicina: è dovuto rimanere per diverse settimane ricoverato in terapia intensiva, e adesso è convalescente. Nel mezzo del loro ricovero, alla fine di novembre, la compagna Cristiana ha dato alla luce il loro primo figlio, Mata Leone. Il Premio Sportweek Mbandà se l’è meritato per l’attività di volontario, durata tre mesi, sulle ambulanze della Croce Gialla di Parma durante il primo lockdown.

per gli anziani

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All’inizio gli toccavano normali consegne di medicinali alle persone anziane. “Aiutare gli altri ti lascia delle sensazioni e delle emozioni che ricorderai per il resto della vita”, raccontava nell’intervista di aprile sul nostro magazine. “Come la signora cui ho portato delle medicine dovendo camminare solo 200 metri, dalla farmacia a casa sua. Quando sono arrivato, mi ha dato una busta con una donazione per l’associazione e una lettera con parole commoventi”. A marzo, col montare della pandemia, Maxime ha iniziato a vivere regolarmente le sue infinite giornate, lunghe anche 16 ore, trasportando dai vari ospedali della provincia uomini e donne positivi. “I primi giorni della fase più acuta uscivo dall’ambulanza fisicamente e mentalmente a terra, tornavo a casa con una malinconia…”. Molti lo ringraziavano, altri, nonostante le protezioni e le mascherine, riuscivano a riconoscere dietro quella bardatura il flanker delle Zebre e allora per qualche minuto la tensione si allentava grazie a discorsi e battute sul rugby. Per la militanza da volontario, a giugno il Presidente Sergio Mattarella lo ha nominato Cavaliere al Merito della Repubblica.



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