Fuori dalle celle per azioni di volontariato. “Mi riscatto per Sulmona” è il nome del progetto che vedrà impegnati detenuti del penitenziario peligno in attività di lavoro volontario e gratuito a fini di utilità e solidarietà sociale. Un progetto importante, che concretizza il dettato costituzionale, che alla pena che giustamente deve essere scontata per chi si macchia di reati aggiunge il precetto della rieducazione del detenuto, che scontata la pena deve essere reinserito nella società, a pieno titolo. “Finalmente, grazie all’adesione del sindaco di Sulmona Casini Annamaria e degli assessori Manuela Cozzi, Luigi Di Cesare e Salvatore Zavarella prende forma e a giorni sarà reso pratico il progetto” afferma Mauro Nardella, segretario della Uil Penitenziari. “Sarà una vera simbiosi tra chi è deputato all’amministrazione del bene pubblico e chi, dopo aver sbagliato nella vita, vuole riscattarsi degli errori commessi – sottolinea l’esponente Uil – dietro l’impegno del Comune di assicurare la copertura assicurativa INAIL ed RC nonché la formazione necessaria prevista dal testo unico sulla sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro, la dotazione dei dispositivi di protezione e sicurezza e a consentire la consumazione di un pasto al sacco o presso esercizi commerciali convenzionati ai detenuti che presteranno l’attività lavorativa, ci sarà sarà assicurato un contributo in ambiti quali l’assistenza alle persone in difficoltà ( anziani, invalidi, diversamente abili); manutenzione ordinaria e la pulizia delle strade e delle piazze pubbliche; manutenzione e pulizia di siti di attrazione turistica e di luoghi o edifici appartenenti al patrimonio artistico e culturale della città; manutenzione e pulizia di parchi pubblici, del letto dei torrenti e dei fiumi e all’attività di protezione civile correlate alla gestione di emergenze per calamità o eventi di emergenza”. La direzione della casa di reclusione di Sulmona, invece ,attraverso il personale di polizia penitenziaria provvederà ad esercitare la vigilanza solo eventualmente necessaria o richiesta dal magistrato di sorveglianza – precisa Nardella – inizia così un percorso di interazione istituzionale che sa di storia visto che nel passato non se ne contano di esperienza similari. Sono convinto che sia la città di Sulmona che il carcere, troppo spesso lasciato ai margini se non del tutto escluso dalla società che lo circonda, ci guadagneranno”.