I NUMERI
La misura di sostegno al reddito, varata nel marzo 2019 dal primo governo Conte, va dai 40 ai 900 euro. Prendendo in esame i dati del Comune di Padova colpisce il numero di nuclei formati da una sola persona: 581. I nuclei con minori a carico sono 394 mentre sono 88 le famiglie con disabili. Le due aree della città dove si registrano più sussidi di questo genere sono quella nord e quella est. In fondo alla classifica il centro storico. Il Comune di Padova è il capofila dell’area ex Ulss 16 e gestisce l’équipe composta da 11 assistenti sociali, tre educatori, uno psicologo del lavoro e tre operatrici del mondo del lavoro.
LA DELIBERA
L’altro ieri l’assessora alle Politiche Sociali Marta Nalin ha portato in giunta una delibera basata sul fatto che «il reddito di cittadinanza prevede per i beneficiari la sottoscrizione di un patto per il lavoro e l’inclusione sociale. All’interno di tali patti è prevista la partecipazione di progetti utili alla comunità». L’assessora ha dunque chiesto ai dirigenti comunali di individuare quali attività potrebbero essere svolte da queste persone e quante persone potrebbero essere impiegate in forma volontaria. I settori interessati sono i più disparati: sociale, culturale, artistico, ambientale, formativo. E poi ancora: turistico, di protezione civile, sportivo, sociosanitario. I cittadini potranno quindi essere chiamati ad assistere i “nonni verdi” nei parchi oppure a fare sorveglianza in alcuni spazi comunali, per esempio.
I progetti partiranno tra l’autunno e l’inverno: i residenti potrebbero essere chiamati a prestare attività di volontariato per 16 ore alla settimana per un tot di mesi. Non si sa quante di queste 1.183 persone saranno chiamate in causa. «Dipende da quante attività riusciremo ad organizzare. Di sicuro saranno attività di affiancamento e arricchimento di attività già svolte. Non ci sarà alcun ruolo sostitutivo» spiega l’assessora.
«La legge – aggiunge – prevede che le persone che percepiscono il reddito di cittadinanza partecipino a progetti rivolti alla collettività. Noi facciamo la nostra parte e la delibera serve proprio a disciplinare l’attivazione dei progetti». Più della metà delle persone che percepiscono il reddito di cittadinanza non sono note ai Servizi sociali: «Ora però abbiamo la possibilità di allargare la platea e di capire effettivamente quante sono le persone residenti a Padova che hanno bisogno di un sostegno al reddito – osserva ancora l’esponente di Coalizione Civica – In questo modo potremo prenderci carico di un numero maggiore di persone, anche se purtroppo non sempre a questo corrisponde un aumento delle risorse a nostra disposizione. Stiamo facendo il massimo sforzo».
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